




E così, dopo una gestazione estenuante fatta di:
disegni,
di continui ripensamenti,
di varianti in corso d’opera,
di demolizioni e successive edificazioni….
si è finalmente dato fuoco alle micce e nella piazza, che fino a poco tempo fa altro non era che un semplice parcheggio,ora trova spazio,all’interno di un vecchio corpo industriale, una scuola d’arte e spettacolo che nel rispetto dei segni e delle memorie del passato, porta il nome di “opificio dell’arte”.
Che dire? Sarò di parte ma il risultato mi pare davvero convincente…..
Una location inusuale, almeno per quello a cui ci ha abituato questa città,
ambienti versatili,pratici, confortevoli e assolutamente non convenzionali..
materiali poveri come cemento e ferro che costituiscono il leitmotiv della costruzione e che, insieme agli stessi impianti (che per una volta non vengono occultati),diventano i protagonisti non solo sotto il profilo strutturale ma anche espressivo.
A questo risultato si è arrivati grazie alla confluenza di diverse idee e valutazioni,a volte dettate da reali necessità,a volte dettate da puri motivi estetici…
Proprio per l'apparente incompatibilità dei due aspetti,spesso si sono vissuti momenti di grande nervosismo..Ma alla fine la combinazione mi sembra riuscita …no?
Visitare per credere!
Vi assicuro che l’area dell’intervento ha subito una trasformazione a dir poco radicale….
da parcheggio ad area “work in progress”:
Il rumore degli antifurti è stato sostituito dalle risate e gli schiamazzi!
un continuo via vai di:
ragazzine con sacche da palestra pronte ad infilarsi nei loro body o nei loro tutù ,
“singolari” ballerini di Hip Hop infilati in pantaloni extra large e muniti di bandane coloratissime
ragazzini grandi come le chitarre che si portano a spalle…
Lo desolazione del parcheggio, che soprattutto con l’inizio della stagione invernale,con il buio e il freddo,appariva una “terra di nessuno” ora è un lontano ricordo!
E nessuno mi venga a dire che l’architettura non ha un ruolo sociale….
Finalmente, ci si sente più sicuri…non ci si deve più guardare alle spalle mentre ci si dirige verso la macchina con la paura che qualche brutto ceffo, approfittando della penombra, ci possa scippare la borsa o peggio… (e quì Gloria,la mia collega,potrebbe dire la sua…)
Per concludere,
spero che questo intervento sia lo spunto per cominciare a dare vita in questa città a nuovi interventi…”intelligenti” dove magari la cultura (nelle sue varie forme di espressione)abbia la meglio sulla solita mentalità commerciale che contraddistingue i biellesi “puro sangue”..
Vi inviterei, a tale proposito, a farvi una passeggiata lungo la via Italia…
Vi renderete conto di come a Biella esista una concentrazione pro capite di negozi di intimo che quasi, quasi, supera quello delle panetterie.
Tra negozi di “CALZEDONIA”,”INTIMISSIMI”,” ETAM” “TEZENIS” e “IAMAMAY”…non se ne può più!!!
Percorrendo poco più che un Km ci si fa una cultura tra coppe e perizomi che ha dell’incredibile!
E in un contesto come via Italia, l’imminente apertura di una libreria "FELTRINELLI"al posto di un negozio di casalinghi,lascia ancora tutti sbigottiti!!!!
Eheheh
a presto....
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